La “prima” del papa a Sanremo 2025. Disgressioni

15 Febbraio 2025 0 Di EH(?)

Nel calderone delle notizie che ruotano intorno a quello che dovrebbe essere ricordato per le canzoni partecipanti alla 75.ma edizione del Festival – che si concluderà dopo la mezzanotte di oggi (15.2.2025) – si è inserita di diritto la nota di colore giallo-vaticano legata alla “comparsata” del papa, nella serata inaugurale di martedì scorso 11 febbraio.

Entrata nella Storia della kermesse sanremese, si sono affrettati a dichiarare i vertici RAI, non nascondendo con la gratitudine del caso la comprensibile soddisfazione per l’inattesa “sorpresa”.

D’altronde Sanremo non sarebbe fedele a sé stesso senza i correlati variamente frizzantini che da sempre infiocchettano le cronache dell’appuntamento festivaliero.

Per il papa delle “prime volte” non sarebbe potuta mancare la “prima” sul palcoscenico della città dei fiori.

E: anche grazie a questo esordio singolare, non sono andate deluse – anzi sono state soddisfatte alla grande – promessa e aspettative del promo, che per settimane ha contribuito a far salire la febbre dell’attesa.

“Tutti, ma proprio tutti, cantano Sanremo!”

Il papa ha rilanciato attraverso un videomessaggio il suo appello alla pace, precedendo l’esibizione canora del duo Noa-Mira Awad sulle note di “Imagine” di Joh Lennon.

Ma la circostanza concomitante di un persistente malessere fisico ha rafforzato un banalissimo qui pro quo sul tempismo della registrazione, che il sito Dagospia – sempre con l’orecchio prontamente accogliente degli spifferi provenienti dai cosiddetti Sacri Palazzi – la mattina successiva alla messa in onda in Eurovision ha rivelato trattarsi di messaggio di ringraziamento agli artisti partecipanti alla Giornata mondiale dei bambini del maggio 2024.

Messaggio – ha aggiunto – registrato da p. Enzo Fortunato, dimessosi appena due giorni prima della divulgazione di tale notizia dal ruolo di portavoce della Basilica di San Pietro, al momento assunto ad interim dal cardinale arciprete della medesima e vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e per le Ville pontificie, card. Mauro Gambetti.

Non mi addentro nel polverone di ricostruzioni, retroscena, dichiarazioni ufficiose e motivazioni non comprovate e discordanti, che si sono prestate all’amplificazione mediatica. Pur non avendo mancato di sviluppare considerazioni che preferisco tenere per me, tranne quelle sulle dimissioni di p. Fortunato che – secondo il portale d’informazione “Silere non possum” – sarebbero scaturite dall’atto vandalico dell’8 febbraio scorso perpetrato da un cittadino rumeno sull’altare papale (non per la prima volta vandalizzato) oltretutto con un considerevole danno economico, e da inadempienze nella comunicazione dell’accaduto.

Entrando nei dettagli dello svolgimento molto criticato del ruolo (creato ad hoc) ricoperto per due anni dal religioso francescano – che ora “salta” per lo scandalo ma conserva la carica di Presidente del Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini e di direttore della rivista mensile “Piazza San Pietro” con la rubrica di posta con i lettori a firma del papa – l’articolo del portale citato (in data 13 febbraio 2025) traccia un parallelo con un’ altra vicenda disdicevole di cui fu protagonista mons. Dario Viganò che aveva taroccato delle pubblicazioni di Benedetto XVI e che da Bergoglio nel 2018 fu semplicemente “demansionato” da prefetto ad assessore del Dicastero per la comunicazione.

Riprendendo il filo delle segnalazioni sull’uso vigente del metro di giudizio ad e contra personam, il fatto di questi ultimi giorni mi ha fatto tornare in mente quello, per alcuni versi, simile ai due fin qui accennati e dal finale rimasto avvolto dal silenzio tombale.

Con al centro quella che definii “nomina pontificia di nuovo conio” – nel Post ad essa dedicata il 18 giugno 2021 – di padre Luigi Maria Epicoco quale editoralista de “L’Osservatore Romano” e assistente ecclesiastico del Dicastero appena citato, misteriosamente scomparso nel 2023 dai radar vaticani; per dirla con un pizzico di ironia…

Nomine all’impronta che si sono esaurite nell’arco di un biennio senza l’infamante colpo mediatico riservato … ai figliastri…

La lettura della vicenda – ultima, per ora, in ordine di tempo – mi ha riportato immediatamente alla memoria la piena consapevolezza di Giobbe: “Dio dà e Dio toglie”. (cfr. 1, 21-22)

Pur condividendola e invocando la medesima serenità di accettazione del male permesso per volontà divina – effetto collaterale indesiderato del dono della libertà – non nascondo la parafrasi che mi è sorta spontanea, senza alcuna intenzione irriverente:

il papa dà e il papa toglie. Quel che vuole, a chi vuole, quando e come vuole…

Maria Michela Petti
15 febbraio 2025