DA SETTANT’ANNI LA GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

10 Dicembre 2020 0 Di EH(?)

«Nella convivenza umana ogni diritto naturale in una persona comporta un rispettivo dovere in tutte le altre persone: il dovere di riconoscere e rispettare quel diritto»

Papa Giovanni XXIII

«I nostri diritti non sono altro che i doveri degli altri nei nostri confronti»

Norberto Bobbio

«Un diritto non è ciò che ti viene dato da qualcuno; è ciò che nessuno può toglierti»

Tom C. Clark

Se tale concetto di base fosse effettivamente interiorizzato, da tutti – indistintamente – anche da chi spesso si prodiga in appelli generici nel solco di tale indirizzo, che però lasciano un retrogusto molto sgradevole di moralismo quando non confermati nei fatti, si segnerebbe una tappa significativa nel progresso etico e culturale della campagna in difesa della dignità dell’uomo, perché la coscienza dei singoli non potrebbe non sentirsi vincolata al rispetto dei suoi diritti.

Si celebra oggi, come da settant’anni a questa parte, la Giornata mondiale dei diritti umani istituita formalmente il 4 dicembre 1950 dall’ Assemblea generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione 423(V) promulgata nel corso della 317.ma riunione globale.

Un appuntamento annuale sovranazionale che, nel ricordo della proclamazione da parte della medesima Assemblea della Dichiarazione universale dei diritti umani – il 10 dicembre 1948 – si offre come momento di riflessione sullo stato dell’arte di quelle norme fissate nell’interesse dell’umanità e per una pacifica convivenza, e di ripartenza con rinnovato impegno nella direzione dell’applicazione di quelle che in sostanza rappresentano i cardini del diritto internazionale.

“Colmare il divario delle disuguaglianze per raggiungere la giustizia sociale” è il tema sul quale le Nazioni Unite hanno invitato a concentrare l’attenzione nello svolgimento di iniziative ed eventi programmati per la Giornata odierna.

Disuguaglianza, nel suo significato generale, indica una diversità fra una cosa e l’altra, fra l’una e tutte le altre, e tutto ciò in cui si manifesta questa diversità. Non esclusivamente disparità di trattamento nella distribuzione di beni di consumo e mancanza di equità nella regolamentazione dell’accesso ai servizi di base e dei contratti di lavoro. Disuguaglianza è anche – e soprattutto – mancanza di regole certe ed uguali per tutti, imposizione di scelte e decisioni ad e contra personam, e potrei continuare facendo riferimento a tutti quei trattamenti basati su criteri di giudizio dal valore soggettivo.

Le disuguaglianze, di qualsiasi entità e in qualsiasi modo si manifestino, rappresentano una violazione dei diritti umani e – comunque – un ostacolo, un limite alla giustizia sociale.
E quale più grave ingiuria alla giustizia della stessa giustizia affidata al libero arbitrio di un singolo soggetto?

«Poiché non si poteva trovare la giustizia – sostiene Pascal – si è inventato il potere»…

Non mi resta che concludere con l’amara considerazione di Platone: «Il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo».

Maria Michela Petti
10 dicembre 2020

PROMEMORIA
https://www.eugeniohasler.info/i-diritti-questi-illustri-sconosciuti/