NON È SOLO UN PROBLEMA DI ESTETICA

5 Ottobre 2020 0 Di EH(?)

«È brutto vedere quando nella Chiesa le persone che hanno autorità cercano i propri interessi». Questa la sbrigativa conclusione della riflessione del papa, all’Angelus di ieri 4 ottobre, ispirata dalle letture della Liturgia del giorno. Chissà se vagamente riecheggiante i fatti di attualità.
Magari fosse un problema solo estetico, con i danni limitati ad una generica sensazione di disgusto e risolvibile con uno sdegnoso rigetto!

Commentando la pagina del vangelo: Mt 21,33-43, aveva tra l’altro osservato: ««In ogni epoca, coloro che hanno un’autorità, qualsiasi autorità, anche nella Chiesa, nel popolo di Dio, possono essere tentati di fare i propri interessi, invece di quelli di Dio stesso. E Gesù dice che la vera autorità è quando si fa il servizio, è nel servire, non sfruttare gli altri. La vigna è del Signore, non nostra. L’autorità è un servizio, e come tale va esercitata, per il bene di tutti e per la diffusione del Vangelo».

Concetto su cui aveva insistito richiamando l’esortazione di San Paolo, che «nella seconda Lettura, ci dice come essere buoni operai della vigna del Signore: quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato; ciò che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto quotidiano del nostro impegno (cfr Fil 4,8). Ripeto: quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato; ciò che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto quotidiano del nostro impegno. È l’atteggiamento dell’autorità e anche di ognuno di noi, perché ognuno di noi, nel suo piccolo, ha una certa autorità. Diventeremo così una Chiesa sempre più ricca di frutti di santità, daremo gloria al Padre che ci ama con infinita tenerezza, al Figlio che continua a donarci la salvezza, allo Spirito che ci apre il cuore e ci spinge verso la pienezza del bene».
Nulla da eccepire; ci mancherebbe! È la Parola, parafrasata.

Quanto a me: colgo motivo di conforto nell’ammonimento della parabola di Matteo a cui resto fermamente e convintamente aggrappata. “Molto dura”, l’ha qualificata Bergoglio e, evitando di approfondire, ha solo aggiunto: «Gesù mette i suoi interlocutori di fronte alla loro responsabilità, e lo fa con estrema chiarezza».

Con altrettanta chiarezza, confesso che confido nella sottrazione del Bene depredato a vantaggio di chi avrà saputo farlo fruttificare.
E: perché no? anche in qualche compensazione materiale, in questo mondo, per quel che riguarda i beni materiali sottratti dagli approfittatori e sopraffattori ai più deboli. Sono pur sempre una creatura, con i limiti della natura umana…

Maria Michela Petti