Spigolature di cronaca

20 Maggio 2020 0 Di EH(?)

“Se amate l’uomo donategli il lavoro”.

Basterebbe questo titolo dell’articolo firmato per “Avvenire” – oggi, 20 maggio – dal cardinale Zuppi, nel cinquantenario dell’approvazione dello Statuto dei lavoratori (legge 20 maggio 1970, n. 300), come memento al rispetto di un diritto umano unanimemente riconosciuto e inviolabile.

Poiché l’arcivescovo di Bologna ha ritenuto opportuno riproporre citazioni del papa in materia, scegliendo fior da fiore da una ricca silloge sul tema, non mi lascio sfuggire l’occasione per rilanciarle, per non perdere l’abitudine all’esercizio di un copia-incolla che non mi costa fatica, anche se lascia un retrogusto amaro e, perciò, mi risparmio la perdita di tempo di ricercare e riportarne qualcheduna altra.

Questi che seguono i richiami con i quali il cardinale Zuppi ha inteso mettere in risalto «la visione profonda di Bergoglio, papa spirituale e sociale, capace di condividere profondamente la condizione dell’uomo e di coglierne le verità più essenziali».

«Il mondo del lavoro è una priorità umana e pertanto è una priorità cristiana, una priorità nostra ed è anche una priorità del Papa». Così Francesco durante l’incontro con i lavoratori dell’Ilva, a Genova, il 27 maggio 2017, esattamente due mesi dopo l’invio a Eugenio Hasler del “biglietto di comparizione” al suo cospetto per il giorno successivo.

Il 20 marzo del 2014, ai dirigenti e agli operai delle acciaierie di Terni aveva detto: «Che cosa possiamo dire di fronte al gravissimo problema della disoccupazione che interessa diversi Paesi europei? È la conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro! pertanto, i diversi soggetti politici, sociali ed economici sono chiamati a favorire un’impostazione diversa, basata sulla giustizia [n.d.r.: quante volte è risuonata questa parola nelle sue prediche!] e sulla solidarietà. Questa parola, in questo momento, rischia di essere esclusa dal dizionario. Solidarietà sembra come una parolaccia! No! È importante la solidarietà, ma questo sistema non le vuole tanto bene, sembra escluderla. Questa solidarietà umana che assicura a tutti la possibilità di svolgere un’attività lavorativa dignitosa [n.d.r.: Ah! il mantra della dignità della persona e l’offesa che le reca chi toglie il lavoro;” un peccato gravissimo!” ebbe a tuonare in un’altra circostanza]. Il lavoro è un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti».

«Le parole più significative di Francesco sul lavoro, il cardinale di Bologna ritiene, siano scritte proprio nella Laudato si’: «Se cerchiamo di pensare quali siano le relazioni adeguate dell’essere umano con il mondo che lo circonda, emerge la necessità di una corretta concezione del lavoro».

«E i paragrafi successivi – insiste il card. Zuppi – sono l’esatta esplicitazione del pensiero del pontefice: il lavoro è dignità».
In assonanza al “memento” del e nel titolo dell’articolo che ha fatto battere – come si suole dire – la mia lingua dove il dente duole, mi è gradito concludere con alcuni versi da “Il Mementomo” di Giuseppe Giusti.

1
Se ti dà l’animo
D’andar pei Chiostri
Contando i tumuli
Degli avi nostri,
Vedrai l’immagine
Di quattro o sei,
Chiusi per grazia
Ne’ Mausolei.
Oggi c’ insacca
La carne a macca:
In laide maschere
Fidia si stracca.

2
Largo ai pettegoli
Nani pomposi
Che si scialacquano
L’apoteosi.
Non crepa un asino
Che sia padrone
D’andare al diavolo
Senza iscrizione:
Dietro l’avello
Di Macchiavello
Dorme lo scheletro
Di Stenterello.

6
Un dotto transeat:
Ma un’Eccellenza
Tapparlo o povero
Certo è indecenza!
Ribolla in lurida
Fogna plebea
Dal basso popolo
La fricassea:
Spalanca, o Morte,
Vetrate e porte;
Aria a un cadavere
Che andava a Corte.

7
Così la postuma
Boria si placa:
E molti, a immagine
Della lumaca,
Dietro si lasciano
Sul pavimento
Impura striscia,
Che pare argento.
Ecco gli eroi
Fatti per voi,
Che a suon di chiacchiere
Gabbate il poi.

Maria Michela Petti