A proposito di giustizia

13 Settembre 2021 0 Di EH(?)

Riprendendo la discussione affrontata in: https://www.eugeniohasler.info/paese-che-vai-processo-che-trovi-ad-eccezione-di-quello-negato-nel-caso-hasler/, giunge gradito il monito del Presidente Mattarella:

«Al di là della permanenza nel casellario giudiziario della traccia della detenzione, che questo non sia in alcun caso motivo di emarginazione, di accantonamento, di preclusione» ed è dovere dello Stato adoperarsi in tal senso, per far sì che non si tramuti in «una macchia indelebile» l’esperienza detentiva vissuta da soggetti poi riscattatisi, con prove concrete, attraverso il percorso di rieducazione previsto da leggi e disposizioni specifiche in materia.
Quell’esperienza «non può diventare in alcun caso una sorta di marchio che rimane, preclude o fa emarginare»
.

È il concetto chiave su cui ha insistito il presidente Mattarella rispondendo alla precisa domanda di uno dei minorenni dell’Istituto penale di Nisida – visitato l’11 settembre – che aveva sollevato il problema.

Affermazioni sacrosante e cariche di saggezza. Un messaggio inequivocabile per “buon intenditori” in senso lato, sebbene circoscritto al contesto in cui è stato pronunciato.

Si può, forse, negarne la validità rispetto a “marchi” col trucco, infamanti, non sussistendo peraltro alcuna traccia nel casellario giudiziario? A quelli che, una volta sciolto il trucco, lasciano la “macchia” del vituperio arrecato – con gli annessi e connessi – in carico al malcapitato e la facoltà di cancellarla ab origine esclusivamente agli autori dello stesso falso?

Incredibile ma vero!